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IN ITALIA AVANZA IL MASCOLINISMO. GRAZIE A PILLON | MiM


Molti genitori mi scrivono chiedendomi perché non condivido l'idea dietro la riforma sull'affido condiviso proposta da Pillon & Co.
Semplice, perchè è uno specchietto per le allodole, un vero e proprio cavallo di Troia ideologico che non riguarda affatto la tutela dei figli di coppie separate bensì è un piano ben preciso che sancisce l'agire di molte realtà associative che richiamano al movimento mascolinista degli anni passati in Quebec, Australia, Danimarca e altre nazioni, usate come benchmark di riferimento per il ddl735. Strana coincidenza, vero? Capiamo il perché. Il comune denominatore di questi gruppi di padri è solo ed esclusivamente l’agire come gruppi di pressione al fine di ottenere la diminuzione, se non l’annullamento, degli assegni alimentari per i figli e pretendere l’affido condiviso incondizionato, anche nel caso di violenze commesse dal padre contro i bambini o contro la ex partner. Questa sorta di «sindacalismo patriarcale» si fonda su teorie (come la PAS) prodotte da psicologi antifemministi e ciò mostra i legami che sussistono tra le differenti sfere del mascolinismo con piani che si fondano esattamente su punti, fateci caso, che ricalcano i messaggi a supporto della riforma voluta da Pillon. 

➤ Primo punto: porre sullo stesso piano il sessismo subito dalle donne e le diseguaglianze di cui sarebbero vittime gli uomini (non esitando a manipolare la realtà o a mentire);

➤ Secondo punto: negare le violenze sessiste subite dalle donne, denunce false;

➤ Terzo punto: chiedere misure che rinforzino il dominio maschile, tutelino gli aggressori o attentino ai diritti delle donne.



Il mascolinismo non è solo un tentativo di attirare l’attenzione e la pietà sulla crisi di cui soffrirebbero gli uomini; è anche un vasto movimento di negazione dell’ampiezza delle violenze maschili nei confronti delle donne e dei bambini. Questa propaganda dagli effetti particolarmente drammatici riceve conferma da qualche psicologo mascolinista che si trova in rete e che non esita ad inventare teorie su misura per difendere in giudizio gli uomini violenti e ritardare la condanna concreta e sistematica delle violenze fisiche e sessuali che essi commettono nei confronti delle donne e dei bambini. Avete sentito parlare nel ddl Pillon della residenza alternata? Immagino di si, infatti una delle funzioni della leggenda dei padri destituiti dal loro ruolo, del mito del suicidio massivo dei padri divorziati e della PAS è quello di far pressione sui giudici, sul potere legislativo e sulle madri stesse per imporre sistematicamente la residenza alternata. Quando questo tipo di affido viene imposto, esso diventa un grave freno all’autonomia delle donne, costrette a vivere, fino alla maggiore età dei figli, nelle vicinanze dell’abitazione dell’ex marito. L’imposizione della residenza alternata funziona anche a detrimento del bambino, che non ha la possibilità di scegliere il suo domicilio e che si trova costretto a permanenti cambiamenti che possono comportare disturbi psichici. Un altro aspetto della residenza alternata è che questo sistema non prevede, in generale, il versamento dell’assegno alimentare ai figli. 

Imporre la residenza alternata permette così ai padri di evitare il pagamento di un assegno, una delle prime rivendicazioni mascoliniste. Questa imposizione è un messaggio inviato a tutte le madri che desiderano divorziare: se voi divorziate, allora ecco il genere di vita cui sarete costrette. Infine credo che ci sia un legame ideologico tra un disegno di legge proposto da un neocatecumenale che lotta per la Chiesa con un rosario da combattimento e l'idea che il matrimonio, essendo sacro, debba imprigionare i deboli al suo interno cancellando diritti che sono stati conquistati con il sangue di uomini e donne. Non si dovrebbe parlare di ritorno al Medioevo bensì a un patriarcato pericoloso per i nostri figli.

Jakub Stanislaw Golebiewski

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