di Jakub Stanislaw Golebiewski
Come affrontare il problema dei genitori che ostacolano, dopo una separazione conflittuale, la relazione con i figli senza che questi casi siano usati contro le donne (o uomini) che chiedono tutela da ex violenti?
Per un ventennio, le
cosiddette associazioni dei padri separati, hanno manipolato l’opinione pubblica propalando dati falsi su benessere di ex mogli, sui suicidi per gli
uomini ridotti sul lastrico, e su madri ostative. Hanno negato la violenza
contro le donne o addirittura l’hanno legittimata ed hanno sostenuto a spada
tratta, la controversa teoria della alienazione parentale. Al di sopra della
propaganda sulle donne che mentono, sulle false denunce, ogni volta che si
vanno a verificare queste voci si mettono a nudo mistificazioni. In Spagna e in
Francia è stata fatta una ricerca e si è scoperto che le madri che ostacolano e
manipolano i figli contro gli ex sono lo 0,03%.
Insieme ad altri uomini ho fondato Padri
in movimento anche per prendere la distanza da quei piccoli gruppi
(guidati soprattutto da professionisti benestanti col dente avvelenato verso le
ex) ben poco rappresentativi dei quei padri che anche se non vedono
riconosciuti pienamente i loro diritti, si assumono ogni giorno le loro responsabilità,
affrontano con pazienza l’iter della separazione e chiedono soluzioni politiche
diverse da una rivalsa vendicativa contro ex mogli. E’ a quei padri,
silenziosi, non violenti e di buona volontà che questa associazione si rivolge
proponendo altre soluzioni politiche che non sia una guerra misogina e
vendicativa contro le donne.
Il caso di Laura Massaro, ha fatto
esplodere ancora una volta, il problema della
controversa alienazione parentale. Una teoria ascientifica che
è stata ideata da un medico, Richard Gardner, morto suicida il 5 maggio del
2003 e accusato di tesi filo-pedofile e di antisemitismo. Un uomo
che descriveva le donne come “serbatoi di sperma” e affermava che la pedofilia
era una pratica sessuale come un’altra contraddicendo se stesso in un balletto
di dati: ora le denunce erano tutte false, ora invece la pedofilia era una
pratica largamente diffusa e accettata nel mondo.
L’ideologia di quest’uomo si è
fatta costrutto con pretesa di scientificità ed è entrata prepotentemente
nelle aule di giustizia americane, messa al servizio di uomini accusati di
abusi sessuali sui figli e di maltrattamento alle mogli. Spesa come carta
vincente in molti processi che coinvolgevano uomini ricchi e potenti, si
è diffusa non a caso nel mondo occidentale come le metastasi di un
cancro, perché è tra quei confini che dalla metà del secolo scorso, le donne (e
i fanciulli) avevano ottenuto diritti e leggi che sanzionavano
quelle le violenze e quegli abusi commessi da patriarchi impunemente
per secoli.
La teoria la
conosciamo: se un bambino rifiuta un genitore (in genere il padre) è perché è
stato alienato dalla "madre malevola”.
Nei giorni scorsi, in
difesa di Laura Massaro si sono mossi la rete nazionale dei Centri Antiviolenza D.i.Re, i sindacati CGIL e UIL, che hanno accusato il Tribunale dei Minorenni di Roma di "massima violenza istituzionale"; sono
state fatte interrogazioni parlamentari e la deputata Veronica Giannone ha promosso
la conferenza
stampa Il paradosso della alienazione parentale: quali
iniziative intraprendere per tutelare la salute dei minori che si è
svolta alla Camera dei Deputati con l’intervento di deputate,
avvocate e rappresentanti di associazioni a tutela delle donne.
La senatrice
Valeria Valente presidente della Commissione sul femminicidio e la violenza di
genere ha dichiarato che il problema è saper distinguere tra conflitto e violenza perché cresce sempre più: “La sfiducia delle donne nella Giustizia,
quando vogliono mettere fine a situazioni di maltrattamento, riguarda molto
spesso la decisione di molti tribunali, nelle cause di separazione, di valutare
il rifiuto del bambino come responsabilità genitoriale della madre anche in assenza
di evidenti condotte nocive” e che “nei tribunali c’è la ricerca
ossessiva della bi genitorialità a tutti i costi anche compromettendo le tutele
dei minori”. Quel costo a volte si traduce giovani vite spezzate, come
quella della piccola Gloria di appena due anni, uccisa dal padre a Cremona, al quale era stata consegnata perché
doveva essere “tutelato il diritto paterno".
La alienazione parentale non è stata riconosciuta dalla comunità scientifica internazionale, non è nel DSM-V, non è nel ICD-11, due sentenze della Cassazione ne mettono in dubbio la validità scientifica e l'applicazione nelle cause di affidamento dei figli: la 7041/2013 e la 13274/2019. e in passato il Ministro della Salute ne ha negato la scientificità come l’ha negata il Presidente della Federazione Nazionale degli ordini dei Medici.
Eppure nei tribunali la
si continua ad applicare come un dogma per la determinazione della psicologia
giuridica: “E’ una situazione critica che coinvolge molti tribunali – ha
spiegato Bruna Rucci, psicologa dell’associazione Maison Antigone e Consulente
tecnico di parte (Ctp) di molte madri – "L’alienazione entra nel processo con i
consulenti tecnici d’ufficio (Ctu) ed è nella testa dei giudici. I consulenti
del tribunale sono formati nelle scuole di psicologia giuridica dove viene
insegnato che la madre è sempre malevola e vengono bypassate tutte le
teorie legate alla primaria importanza del legame madre-figlio. In quelle
scuole si sono inventati una psicologia parallela e ascientifica che
serve solo a giustificare i violenti e a scollare la figura materna dalla vita
dei bambini. I quesiti posti dal giudice non tengono conto della violenza
persino se ci sono rinvii a giudizio o condanne per maltrattamento
inflitte a padri creando fin dal principio un pregiudizio per le madri che
vogliono tutelare i figli. Come facciamo a tutelare le donne e i minori vittime
di violenza quando le Ctu dicono che il penale non deve entrare nel civile?”
Come tutelare i diritti di tutte di tutti coloro che chiedono giustizia?
Assuntina Morresi spiega moto bene in un post su facebook (che vi invito a leggere) che non esiste contraddizione tra chi nega la scientificità della Pas e
chi vuole che la manipolazione dei figli sia sanzionata. Nei tribunali si deve accertare la verità con magistrati e consulenti competenti e privi di pregiudizi senza applicare ciecamente dei
teoremi ma soprattutto devono essere rispettate le leggi dello Stato, come quell'articolo 31 della Convenzione di Istanbul che impone di tenere presente nella cause di affidamento dei figli, se ci siano state state pregresse situazioni di violenza in famiglia.
La manipolazione è un
comportamento e deve essere provato, non può essere diagnosticato perché che ci
piaccia o no, la comunità scientifica internazionale non ha mai riconosciuto
la Pas, o Ap o Conflitto di realtà o Sindrome della madre malevola come
patologia. Se ci sono, come sappiamo, madri che manipolano i figli non ci sarà problema a documentarne le azioni.
Ma come buoni padri che interesse vogliamo perseguire?
Vogliamo vincere a tutti i costi, la antica guerra dichiarata contro le donne millenni or sono, o superarla e impegnarci affinché siano rispettati i diritti di tutte e di tutti, e tutelare i figli e le figlie? Anche quelli che non sono nostri?
La sfiducia nella legge
e nelle istituzioni cresce ogni giorno da parte di tutte di tutti mentre da più
parti si indica la causa nei consulenti tecnici d’ufficio poco
preparati, spesso indottrinati nella Pas, portatori di pregiudizi che esorbitano dal loro ruolo, ubriacati da un potere che
non gli spetta e di cui abusano.
Il problema è da ricondursi a coloro che hanno abdicato alla propria funzione,
parlo della figura del giudice che un tempo era peritus peritorum ed oggi sta rinunciando al proprio ruolo centrale, almeno così è nel processo civile. Il padrone di casa è vacante e i Proci ne hanno
occupato lo spazio costringendo la Giustizia a fare e disfare la tela e il
risultato è l'iniquità. Da questo caotico pantano dove in troppi sguazzano
costruendo carriere sulla pelle di chi è vittima di abusi, violenza e
ingiustizie dobbiamo uscire fuori e alla svelta.
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